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Pensione di vedovanza a luglio. Rivoluzione o mezze misure?

Pensione di vedovanza a luglio. Rivoluzione o mezze misure?

Già a luglio, i primi pagamenti della cosiddetta pensione di reversibilità saranno versati sui conti di migliaia di anziani. Questo è il risultato delle nuove normative che consentono di cumulare la propria pensione con quella familiare. Per molti vedovi e vedove si tratta di un cambiamento atteso da tempo, ma per altri è un doloroso promemoria del fatto che anche la giustizia può essere selettiva.

Chi è felice e chi è deluso?

Secondo le nuove norme, gli anziani possono ricevere una delle prestazioni per intero e l'altra, inizialmente al 15%. Dal 2027, quest'ultima componente salirà al 25%. La scelta se ricevere la pensione di vecchiaia completa o una pensione di reversibilità è rimessa all'interessato.

Sebbene le modifiche siano state accolte con entusiasmo da molte comunità di anziani, non sono state esenti da critiche. La questione più controversa è il criterio di età , che determina il diritto al nuovo sussidio. Le nuove norme si applicheranno solo alle persone che hanno perso il coniuge dopo aver raggiunto rispettivamente i 55 anni (le donne) e i 60 anni (gli uomini).

Questo limite, sebbene giustificato dal Ministero come "realistico", è semplicemente ingiusto per molti. Il Ministero della Famiglia ha ricevuto numerose petizioni e voci di opposizione. Una vedova, il cui marito è morto appena tre settimane prima del suo 55° compleanno, ha scritto direttamente:

- Ho lavorato per 30 anni, ho cresciuto quattro figli, ho fatto i turni e oggi sono troppo giovane per avere qualcuno che mi mantenga?

L'autrice postula che il limite di età dovrebbe essere abbassato a 50 anni, a condizione che la persona abbia già maturato il diritto alla pensione. A suo avviso, il sistema dovrebbe premiare i matrimoni di lunga durata, l'educazione congiunta dei figli e il contributo alla vita sociale, invece di punire circostanze su cui nessuno può influire.

Il budget è limitato, ma la speranza resta

Il Ministero risponde: si tratta di un compromesso. I costi stimati per l'erogazione delle prestazioni nel 2025 dovrebbero raggiungere i 4,2 miliardi di zloty e nel 2027 addirittura i 15,8 miliardi di zloty. Il Ministero sottolinea che i limiti di età derivano dal fatto che le persone anziane hanno maggiori difficoltà a trovare la propria strada dopo aver perso il partner, sia dal punto di vista emotivo che economico.

Al momento non è prevista alcuna estensione dei diritti, ma il Ministero fa notare che è prevista una valutazione del beneficio per il 2028: forse allora ci sarà la possibilità di correggere e allentare i criteri.

La domanda è: lo Stato deciderà di guardare a questa questione non solo attraverso il prisma dei numeri, ma anche attraverso le storie umane?

Aggiornato: 04/07/2025 06:30

politykazdrowotna

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