Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Trentino al top per qualità di vita rispetto alla salute, Umbria ultima 

Trentino al top per qualità di vita rispetto alla salute, Umbria ultima 

Autonomia nelle attività, ansia, dolore: la migliore qualità di vita collegata alla salute è in Trentino Alto Adige, seguito dall'Abruzzo/Molise, è peggiore invece in Umbria. Si tratta di un dato che non è solo legato alla performance sanitaria: alcune regioni del Sud, come Calabria e Sicilia hanno qualità di vita migliori di regioni come il Veneto, dove invece i livelli di tutela della salute sono più alti. A dirlo è il 13/mo rapporto Crea Sanità dell'Università di Roma Tor Vergata, che viene presentato oggi a Roma. Lo studio, condotto con il contributo di un panel di 107 esperti del Servizio sanitario nazionale, ha valutato la qualità della vita determinata da 5 dimensioni: capacità del cittadino di svolgere da solo attività quotidiane, prendersi cura di se stesso, soffrire di ansia o depressione, provare dolore fisico, capacità di muoversi in maniera autonoma. Al terzo posto della classifica c'è il Friuli Venezia Giulia, quindi la Toscana, la Liguria, la Sardegna e la Lombardia, poi il Lazio, a pari merito con Piemonte/Valle d'Aosta e Calabria. Prima dell'Umbria troviamo la Campania e la Puglia/Basilicata. "Questo - spiega Daniela d'Angela, coordinatrice scientifica dello studio e presidente del Crea Sanità - è attribuibile a stili di vita, fattori culturali, educativi e ambientali. Non è però strettamente legato alle performance sanitarie, misurate in base a parametri tra cui mobilità sanitaria, tasso di ricoveri, prevenzione, accessi al pronto soccorso, assistenza fuori dall'ospedale". In questo caso, al top c'è il Veneto (con il 55%) e in coda la Calabria (23%). Lo studio ha valutato anche la resilienza dei servizi sanitari, cioè la capacità di rispondere a bisogni nel medio lungo periodo: le regioni migliori sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna. ;"I livelli di performance regionale - commenta Federico Spandonaro, presidente del Comitato Scientifico di Crea- restano lontani dai valori ottimali. ;Il divario tra Nord e Sud persiste, ma il Sud guadagna terreno. ;Questo mostra l'importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare l'efficienza e l'equità".

Negli ultimi anni migliora la qualità dei servizi regionali sanitari, soprattutto nel Mezzogiorno. E si riduce il gap tra Nord e Sud. Ma nella fascia critica restano 5 regioni e tutte del sud: Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria. É invece il Veneto a raggiungere la migliore performance e da altre regioni del settentrione come Emilia-Romagna e Toscana. Emerge dal rapporto Crea Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, presentato oggi a Roma.

Lo studio si basa non solo sui Livelli essenziali di assistenza per misurare l'universalità e l'equità, ma anche sui risultati raggiunti in una serie di indicatori selezionati, come l'assistenza ospedaliera, la specialistica ambulatoriale e la prevenzione. Dopo il Veneto, che ha un punteggio del 55% e "un ampio margine di miglioramento rispetto al valore ottimale", con la valutazione di una "buona" performance (nel range 50%-42%) ci sono 6 regioni: Pa di Bolzano con il 50%, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia. ; Nella fascia "intermedia" (33%-41%) ci sono 8 regioni: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Valle d'Aosta, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. ; In zona definita "critica" (sotto il 33%) 5: Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e, ultima in classifica con il 23%, la Calabria. I dati evidenziano però, scrivono i ricercatori, negli ultimi cinque anni, "una progressiva riduzione delle disparità regionali".

ansa

ansa

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow