Commento al rapporto dell'OMS: l'esitazione vaccinale è un nuovo terreno fertile per le pandemie

Il fatto che milioni di persone in tutto il mondo non vaccinino se stesse e i propri figli contro malattie pericolose dovrebbe essere motivo di preoccupazione per tutti noi, non solo per l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Circa 14 milioni di bambini nel loro primo anno di vita non hanno ricevuto alcuna vaccinazione lo scorso anno. Anche i tassi di vaccinazione in altre fasce d'età non sono così elevati come dovrebbero essere. La vaccinazione contro il morbillo è solo un esempio.
La Germania, ovviamente, non ha motivo di guardare dall'alto in basso gli altri Paesi. C'è ancora molto da recuperare in termini di vaccinazioni, come dimostrano i dati del Robert Koch Institute. Ad esempio, solo il 21% di tutti i bambini è completamente vaccinato contro la poliomielite entro il primo anno di età; le vaccinazioni antinfluenzali annuali raccomandate vengono somministrate solo a un terzo delle persone over 60.
Tassi di vaccinazione inadeguati, indipendentemente dall'età, costituiscono un terreno fertile per epidemie, persino nuove pandemie. Il morbillo, ad esempio, fino a poco tempo fa era considerato debellato negli Stati Uniti. Ora si stanno verificando di nuovo epidemie perché la disponibilità a vaccinarsi è diminuita. E questo solo perché più persone sono scettiche nei confronti di vaccini come quello contro il morbillo.

Un tempo il virus, a volte mortale, era considerato debellato, ma ora gli Stati Uniti stanno combattendo la peggiore epidemia di morbillo degli ultimi 30 anni. Il Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. sta affrontando critiche particolari.
L'ormai diffuso scetticismo nei confronti dei vaccini è una delle più grandi minacce per la salute che abbiamo. Sebbene non sia una novità, è probabilmente vecchia quanto le vaccinazioni stesse. Ma la pandemia di coronavirus ha nuovamente fatto dubitare più persone di queste misure protettive. I preoccupanti tassi di vaccinazione globali sono quindi indubbiamente anche il risultato del fallimento degli sforzi educativi durante l'era del coronavirus.
Oltre alla pandemia, si è verificata anche una "infodemia". Numerose notizie false e disinformazioni, come quelle sugli effetti collaterali dei vaccini, hanno circolato, raggiungendo cittadini disinformati e venendo prese per buone. La disinformazione è stata condivisa senza filtri, soprattutto sui social media. Allo stesso tempo, gli esperti non sono riusciti a comunicare le loro conoscenze in modo comprensibile e accessibile.
Contrastare l'esitazione vaccinale globale e aumentare i tassi di vaccinazione può essere raggiunto solo attraverso una migliore informazione sui benefici e sugli effetti delle vaccinazioni, ad esempio attraverso campagne sui social media o in televisione. I datori di lavoro dovrebbero inoltre fornire informazioni sulle vaccinazioni e offrire appuntamenti regolari per la vaccinazione, come quella antinfluenzale.
Molte persone dimenticano anche di dover fare richiami vaccinali, come quello contro il tetano. Promemoria, come quelli inviati su smartphone o via e-mail, potrebbero essere d'aiuto. Tuttavia, gli sforzi educativi includono anche la sensibilizzazione del pubblico sulle fake news. La lotta contro lo scetticismo vaccinale si sta combattendo anche online.
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