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Tumori, l’immunoterapia sotto pelle

Tumori, l’immunoterapia sotto pelle

Nel prossimo futuro, l’immunoterapia contro i tumori si somministrerà sempre più sottocute, con importanti vantaggi per i pazienti e per il sistema sanitario. La nuova formulazione di nivolumab, un farmaco immunoterapico molto utilizzato per il trattamento di numerosi tumori solidi, ha infatti ottenuto il via libera da parte della Commissione europea per l’immissione in commercio.

I vantaggi della via sottocutanea

La somministrazione sottocutanea, ossia sotto la pelle, è un’alternativa all’infusione endovenosa. Questa modalità si sta diffondendo da qualche anno in campo oncologico grazie a nuove formulazioni di farmaci già approvati e ampiamente utilizzati. I vantaggi riguardano l’impatto sulla disponibilità delle poltrone per infusione, il minor tempo dedicato alla preparazione e alla somministrazione del trattamento, che diviene di pochi minuti, e la possibilità, per i pazienti, di evitare gli accessi venosi ripetuti o l’accesso venoso centrale.

Come agisce l'immunoterapia

Come è noto, l’immunoterapia si basa sul concetto di potenziare il nostro sistema immunitario. Farmaci come nivolumab hanno il compito di togliere il “freno” alla risposta immunitaria contro il tumore, agendo su quelli che vengono chiamati punti di controllo (checkpoint) immunitari. Nivolumab, in particolare, è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 impiegato fin dal 2014, ed ora potrà essere somministrato anche sottocute come monoterapia, monoterapia di mantenimento successiva al completamento della terapia di combinazione con nivolumab endovenoso più ipilimumab, o in combinazione con chemioterapia o un altro farmaco (cabozantinib).

L’ok della Commissione europea

La decisione della Commissione europea si basa sui risultati dello studio clinico CheckMate -67T e su dati aggiuntivi che hanno dimostrato che la formulazione sottocutanea non è inferiore - per efficacia e sicurezza - a quella endovenosa nei pazienti adulti con tumore del rene avanzato o metastatico (carcinoma a cellule renali chiare, ccRCC) che avevano ricevuto non più di due precedenti linee di terapia sistemica e che non erano stati trattati con una precedente immunoterapia.

“Questa approvazione offre ai pazienti eleggibili e ai medici un nuovo modo per personalizzare i piani terapeutici in base alle esigenze di ciascun individuo”, dice Laurence Albiges, professore di Oncologia Medica alla Université Paris-Saclay, e direttore del Dipartimento di Oncologia del Gustave Roussy di Villejuif, in Francia.

I risultati di farmacocinetica, efficacia e sicurezza erano stati presentati lo scorso anno all’Asco Genitourinary Cancers Symposium, al Congresso annuale dell’Asco, al Congresso della European Society for Medical Oncology, e pubblicate su Annals of Oncology. “La decisione inaugura una nuova era della cura del cancro, in cui siamo in grado di somministrare un’iniezione di 3-5 minuti di un trattamento che ha cambiato il panorama della cura del cancro oltre un decennio fa - spiega Dana Walker, responsabile del programma globale di nivolumab di Bristol Myers Squibb -. BMS è impegnata nello sviluppo di farmaci che contribuiscono a migliorare l'esperienza del paziente e, con l'approvazione di nivolumab SC nell'Unione Europea, stiamo raggiungendo questo obiettivo”.

La Repubblica

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