Tumore del rene e della prostata, due nuovi radiofarmaci allo studio per migliorare la diagnosi


Sta per partire, presso l’ospedale San Raffaele di Milano (tra le strutture di eccellenza per l’urologia), una sperimentazione clinica di fase 1 per due nuovi radiofarmaci: OncoAcp3 e OncoCaix. Le due molecole sono pensate per migliorare la specificità diagnostica e la caratterizzazione del tumore alla prostata e delle lesioni renali sospette per carcinoma a cellule chiare, rispettivamente. Si tratterà di uno studio multicentrico, che vedrà la partecipazione anche dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo (anche questa tra le strutture di eccellenza per l’urologia).
Cos’è un radiofarmacoMa cosa sono esattamente i radiofarmaci? Si tratta di molecole che contengono un atomo radioattivo, anche detto radionuclide, utilizzate soprattutto in ambito oncologico, sia a scopo diagnostico che terapeutico.
In generale, i radiofarmaci hanno due componenti: una parte che serve a indirizzarli verso l’organo o il tessuto di interesse, e poi la parte radioattiva. Quest’ultima emette un certo tipo di radiazione (alfa, beta o gamma), che permette di determinarne la posizione all’interno dell’organismo con l’utilizzo di specifiche strumentazioni. Nel caso della diagnostica, quindi, i radiofarmaci servono in sostanza per localizzare con precisione il tumore o la lesione di interesse.
Se usati a scopo terapeutico, invece, la componente cosiddetta carrier serve a trasportare il radiofarmaco all’interno o in prossimità del tumore, in modo che le radiazioni emesse dal radionuclide possano colpire specificamente le cellule cancerose.
Carcinoma renale a cellule chiareCome anticipato, le due molecole sono pensate per “riconoscere” il carcinoma renale a cellule chiare e il tumore della prostata. Il primo è la forma più comune di tumore renale, rappresentando circa il 70-80% dei casi. Questo tipo di neoplasia origina generalmente in modo silenzioso, senza sintomi nelle fasi iniziali, e viene spesso scoperto per caso durante indagini svolte per altri motivi.
Nel caso di lesioni renali sospette, il percorso diagnostico attuale è spesso complicato: la biopsia renale, pur essendo teoricamente utile, è poco praticata per i rischi di sanguinamento e la difficoltà di interpretazione istologica. Per questo motivo, si ricorre frequentemente alla chirurgia in via precauzionale, con interventi di nefrectomia anche in casi in cui la lesione potrebbe non essere maligna.
“L’introduzione di un radiofarmaco altamente specifico come OncoCaix potrebbe offrire una valida alternativa non invasiva nella diagnosi delle lesioni renali. Questo approccio permetterebbe di distinguere con maggiore precisione le lesioni benigne da quelle maligne, riducendo significativamente il ricorso alla chirurgia, soprattutto nei casi in cui non sia strettamente necessario”, spiega Arturo Chiti, direttore dell’Unità di medicina nucleare del San Raffaele e docente di Diagnostica per immagini e radioterapia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.
Tumore alla prostataPer quanto riguarda il tumore della prostata, che è la neoplasia più frequente tra gli uomini in Italia, nella maggior parte dei casi si tratta di forme a crescita lenta e localizzate, ma una quota significativa evolve in forme metastatiche, una fase avanzata in cui la malattia progredisce nonostante la terapia ormonale. Secondo Chiti, OncoAcp3 potrebbe migliorare la precisione delle immagini diagnostiche, permettendo quindi potenzialmente di effettuare trattamenti più mirati e personalizzati.
“Ci aspettiamo che queste molecole siano più performanti rispetto a quelle standard, non solo per la precisione diagnostica, ma anche per un eventuale approccio terapeutico - aggiunge l’esperto - In linea con altre applicazioni cliniche, infatti, è possibile adottare un approccio teranostico, che consente di modificare la radioattività della molecola impiegata per la diagnosi, trasformandola in uno strumento terapeutico. Questo significherebbe non solo una diagnosi migliore, con una migliore caratterizzazione, ma anche una terapia più efficace e personalizzabile, con un impatto diretto importante sulla qualità di vita dei pazienti”.
Come partecipare allo studioLo studio è attualmente in fase di arruolamento presso il San Raffaele. I pazienti candidabili, con sospette lesioni renali o una diagnosi di tumore della prostata, potranno essere sottoposti all’esame diagnostico (Pet/Tc) con radiofarmaci standard, a cui potrà eventualmente seguire, su base volontaria, la somministrazione della nuova molecola sperimentale. Dal San Raffaele sottolineano che per la sperimentazione si prevede un tempo leggermente più lungo all’interno del macchinario per la Pet/Tc. Per ricevere più informazioni o manifestare il proprio interesse alla partecipazione, è possibile scrivere all’indirizzo e-mail: [email protected]
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