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I chili di troppo fanno invecchiare. Soprattutto gli uomini

I chili di troppo fanno invecchiare. Soprattutto gli uomini

Il peso in eccesso compromette in molti modi la salute e la qualità di vita. Aumenta il rischio di soffrire di patologie come diabete, malattie cardiovascolari, tumori. Ma fa anche di più: obesità e sovrappeso sembrano infatti accelerare l’invecchiamento. A suggerirlo sono due studi pubblicati di recente, che hanno indagato il collegamento tra indice di massa corporeo elevato, invecchiamento cerebrale e declino fisiologico, individuando effetti significativi soprattutto tra i più giovani.

Il contributo italiano

La prima delle due ricerche è stata pubblicata sulla rivista eBioMedicine da un un team di ricercatori di diverse università americane, con la collaborazione dell’Università di Bologna. Si tratta del più ampio studio internazionale condotto finora sul rapporto tra peso corporeo e salute cerebrale, e ha coinvolto oltre 46mila persone all’interno di 15 progetti di ricerca.

L’indagine nasce da una constatazione: è ormai noto, infatti, che l’aumento di peso nella vita adulta è associato a un più alto rischio di sviluppare forme di demenza. Si ritiene per questo che un elevato indice di massa corporea possa influire sull’integrità del cervello, causando atrofia della sostanza grigia e bianca e colpendo la solidità dei circuiti neurali, ma non si conoscono attualmente i meccanismi che potrebbero guidare questi processi. Ed è quello che puntava a scoprire il nuovo studio.

Peso e salute cerebrale

La ricerca è stata realizzata effettuando risonanze magnetiche cerebrali dei partecipanti, e utilizzando strumenti di machine learning per individuare quelle che presentavano marcatori di invecchiamento e atrofia cerebrale. I risultati sono quindi stati quindi analizzati tenendo conto dell’indice di massa corporea di ciascuno dei partecipanti.

“Dall’analisi approfondita di questo ampio numero di risonanze magnetiche cerebrali è emerso che c’è una connessione tra lo stato di obesità e l’invecchiamento del cervello: un fenomeno più marcato tra gli uomini che tra le donne, e con effetti che diminuiscono con l’avanzare dell’età”, spiega Filippos Anagnostakis, primo autore dello studio, affiliato ricercatore presso la University of Pennsylvania e la Columbia University, e neolaureato in Medicina dell’Università di Bologna. “I risultati che abbiamo ottenuto – aggiunge – sono un'opportunità preziosa di riflessione: ci invitano a ripensare l’impatto dell’obesità non solo dal punto di vista estetico, ma anche in relazione alla salute cerebrale”.

Effetti maggiori per gli uomini

Risultati alla mano, il cervello dei giovani di sesso maschile è quello maggiormente influenzato dal dai chili in eccesso: il sovrappeso è associato in media a un cervello otto mesi più vecchio di quello dei coetanei normopeso, mentre per l’obesità si parla addirittura di due anni in più. Nelle donne, invece, i dati mostrano una situazione meno chiara. “Sappiamo che la differenza di sesso influisce in modo diverso sul rischio di sviluppare forme di demenza – dice Anagnostakis – ma restano da capire i percorsi che provocano queste differenze”.

Aumenta anche l’età biologica

La seconda ricerca arriva invece dall’Università del Cile di Santiago ed ha analizzato la presenza di marcatori molecolari dell’invecchiamento in 205 volontari, seguiti dal 1992 al 2022 all’interno del Santiago Longitudianal Study, uno studio prospettico che ha monitorato periodicamente il peso e la salute dei partecipanti. L’analisi ha riguardato 89 persone normopeso, 43 con obesità dall’adolescenza e 73 che hanno iniziato a soffrirne dalla prima infanzia. E ha dimostrato che l’eccesso di peso che perdura dalle prime fasi della vita determina un aumento misurabile dell’età biologica: da 2,23 a 4,68 anni in più intorno ai 30 anni anagrafici, che variano in base a quanto a lungo si è stati obesi, e anche al parametro utilizzato per la valutazione.

Restrizione calorica e invecchiamento: un cambio di paradigma?

I risultati indicano quindi che convivere con un eccesso calorico e ponderale incide su tutti i marcatori noti dell’invecchiamento. Per alcuni esperti, si tratta di risultati abbastanza solidi da meritare un ripensamento di alcuni dei capisaldi di quello che riteniamo il rapporto tra alimentazione, invecchiamento e salute. “L’età biologica media è chiaramente elevata nei due gruppi che hanno sperimentato obesità duratura – scrive in un editoriale pubblicato su JAMA Network Open Antonello Lorenzini, Professore di biochimica della nutrizione dell’Università di Bologna – Questo aumento suggerisce che sia tempo di rivedere l’interpretazione che ha dominato la biologia dell’invecchiamento per lungo tempo: cioè che la restrizione calorica rallenti il processo di invecchiamento. Ora è ragionevole ipotizzare che siano l’eccesso calorico che precede, o accompagna, l’obesità, o l’obesità stessa, o una combinazione di questi due aspetti, ad accelerare i processi di invecchiamento”.

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