La 'playlist' per spogliarsi | Rubrica Sesso con Esther

Ognuno ha i propri gusti musicali, ma quando si tratta di letto, le cose sono un po' diverse. Ciò che ascolti in macchina, sotto la doccia o per superare un ingorgo non è sempre adatto quando il gioco si fa duro. La musica non è solo un riempitivo: è l'architetto invisibile dell'atmosfera. Il letto, di per sé, è solo un mobile; con la canzone giusta, diventa un palcoscenico.
Non è la stessa cosa raggiungere il piano terra con una ballata straziante che con una dolce bossa nova che filtra attraverso i muri. La prima placa l'impulso prima ancora che inizi; la seconda lo fa sbocciare in stereo. Ecco perché avere una "playlist per spogliarsi" non è un lusso, è una strategia: una serie di canzoni capaci di allentare cerniere, slacciare bottoni e sciogliere rigidità ben prima di toccare un singolo nervo nei ranghi inferiori.
Avere una "playlist per spogliarsi" non è un lusso, è una strategia: una serie di canzoni capaci di allentare cerniere, slacciare bottoni e sciogliere la rigidità molto prima di toccare un singolo nervo nei ranghi più bassi.
Non si tratta di mettere musica di sottofondo mentre si parla della vita. È un copione sonoro che, se usato bene, può portarti dalla timidezza alla disinvoltura senza dover affrontare l'imbarazzo del "e adesso?" . Un bolero sussurrato che accarezza fin dalla prima nota, un son giocoso che invita a muoversi, un jazz che si insinua come un sospiro malizioso... ogni genere ha il suo scopo, e non è un caso che i grandi seduttori del secolo scorso sapessero più di dischi in vinile che di app di incontri.
La chiave è saper leggere il momento. Se la serata inizia con un bicchiere di vino, inizia con qualcosa di delicato, come qualcuno che apre la porta senza fretta. Se gli sguardi parlano già in codice, accelera il ritmo per far sì che il corpo risponda. E se questo sembra sopito, ci sono canzoni che lo risvegliano senza fretta, solo con insinuazioni che aumentano di volume come il calore sulla pelle.
Certo, una playlist non basta . Non ha senso avere Miles Davis in sottofondo se l'atmosfera è quella del telegiornale delle otto. La musica è un ponte, ma bisogna attraversarlo. Bisogna avere il coraggio di prenderla per mano, lasciare che il ritmo determini la direzione e lasciare che il piano terra si senta invitato a ballare, non chiamato a una formalità.
Preparare questa playlist è una responsabilità condivisa: ogni membro può assumersene la responsabilità e trasformarla nel proprio capolavoro. Non si tratta di improvvisare con qualsiasi cosa passi alla radio, ma piuttosto di curare ogni traccia con la stessa cura che si mette nello scegliere un buon vino o nell'abbassare le luci. È la colonna sonora di un momento che, se fatto bene, rimarrà impresso nella memoria... e nella prossima playlist.
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Perché, alla fine, non basta solo il desiderio: come le braci, è meglio alimentarle con un soffio nella giusta direzione. E poche cose soffiano meglio di una canzone che si insinua lentamente, ti entra sotto pelle e convince i tuoi vestiti che non serve più.
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