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Il 90% dei pazienti riscontra un miglioramento significativo dell'acufene dopo 12 settimane di terapia bimodale.

Il 90% dei pazienti riscontra un miglioramento significativo dell'acufene dopo 12 settimane di terapia bimodale.

Nove pazienti su dieci riscontrano un miglioramento significativo dell'acufene dopo 12 settimane di terapia bimodale, afferma la dott.ssa Jennifer Cueva, specialista in otorinolaringoiatria presso l'ospedale Quirónsalud Bizkaia.

L'acufene è la percezione soggettiva di un rumore interno alla testa o alle orecchie, che non ha origine esterna. È un suono interno che "può causare frustrazione, difficoltà ad addormentarsi e, in alcuni casi, stress o ansia", spiega l'esperto.

In Spagna, si stima che circa l'8% della popolazione adulta, ovvero circa quattro milioni di persone, soffra di acufene almeno una volta nella vita. Tra il 10 e il 15% ne ha sofferto almeno una volta nella vita e, per lo 0,5% delle persone colpite, si tratta di un problema grave che influisce significativamente sulla qualità della vita.

In questo senso, la terapia bimodale combina la stimolazione uditiva con la stimolazione del nervo trigemino attraverso la lingua, utilizzando un dispositivo specifico. "L'obiettivo è facilitare un riadattamento dell'attività neuronale che contribuisca a ridurre la percezione dell'acufene", spiega il medico.

Tuttavia, chiarisce che, prima di iniziare il trattamento, è essenziale una valutazione iniziale , che includa una consulenza con un otorinolaringoiatra e test dell'udito per determinare se il paziente è idoneo. "A seconda delle caratteristiche dell'udito e dell'acufene, verrà pianificato un piano di stimolazione personalizzato."

Una volta completata la valutazione iniziale, il dispositivo viene programmato per adattarsi alle caratteristiche dell'acufene del paziente . "Il trattamento viene eseguito a domicilio per 12 settimane, con sedute giornaliere di circa un'ora, che possono essere suddivise in due sedute da mezz'ora ciascuna. Durante questo periodo, vengono effettuati monitoraggi periodici per garantire che il sistema si adatti ai progressi e alle esigenze del paziente", aggiunge lo specialista.

Finora, le opzioni più comunemente utilizzate includevano terapie uditive, tecniche di mascheramento o terapia di rieducazione dell'acufene (TRT), il cui obiettivo è abituare il paziente al suono per minimizzarne l'impatto.

D'altra parte, l'arrivo della terapia bimodale "amplia la gamma di possibilità, offrendo un'alternativa che unisce tecnologia e personalizzazione per affrontare un problema che, sebbene invisibile, influenza la vita quotidiana di chi ne soffre", sottolinea l'ospedale Quirónsalud Bizkaia.

20minutos

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